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Invecchiare un privilegio, un valore da proteggere!
Invecchiare è un privilegio, una meta della società, così afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Dal 1960 ad oggi la speranza di vita è passata da 69 a 82 anni.
Benché gli stili di
vita e il progresso aiutino, l’allungamento della vita spesso non si traduce
in una vecchiaia all’insegna del benessere. Anzi, diventa più elevata la
possibilità che la maggior longevità porti le persone anziane ad ammalarsi di
patologie croniche, oppure che lutti gravi li portino ad essere più soli.
A ciò si uniscono i ritmi della vita moderna che creano un vuoto sempre maggiore intorno a chi non ha più le capacità per farvi fronte e restare al passo.
I figli presi dalla
loro vita sono lontani!
Lo spazio intorno ad una persona anziana, che finisce con il vivere da sola, è vuoto e l’anziano così isolato diventa invisibile agli occhi di una società sempre più efficiente dove, invece, l’apparire e il produrre sono valori dominanti!
Un tempo le famiglie di tipo patriarcale erano in grado di contenere gli anziani al loro interno, oggi non è più così e la solitudine diventa la condizione più diffusa.
Questa condizione fa si che si possano instaurare nelle persone anziane vari tipi di disturbi più o meno gravi, di diversa natura, ma tali da impedire loro di vivere una quotidianità serena e gradevole.
La depressione è fra questi una delle patologie più diffuse.
L’anziano diventa vulnerabile sotto l’aspetto emotivo, sente venir meno il suo valore familiare e sociale, con un conseguente abbassamento dell’autostima.
Forme depressive di
varia intensità, dalle più lievi alle più acute, si manifestano attraverso:
irrequietezza motoria, ansia generalizzata, insonnia, disperazione, percezione
alterata della realtà, timori ipocondriaci, allucinazioni, disturbi della
memoria, fino ad arrivare nei casi più gravi al suicidio! (Conwell et al., 2000
1)
La depressione
senile ha un forte impatto sulla funzionalità quotidiana e sulla qualità della
vita!
Di fronte a questa
nuova situazione, l’anziano e i familiari si trovano faccia a faccia con il
cambiamento della persona, sia fisico che cognitivo-comportamentale, diventa
difficile riconoscerla, accettarla e sono impreparati a gestirla.
È proprio in questi
casi che non si deve perdere la speranza, pensando che sia impossibile
rallentare questo processo.
È sbagliato pensare che la depressione sia per l’anziano un aspetto “normale e non curabile della vecchiaia!”
È possibile essere
felici e vivere serenamente anche in questa fase della vita!
L’equipe
del Pronto Soccorso Psicologico Roma Est offre
il suo servizio e la sua competenza anche a situazioni di disagio di questa
natura.
Se la persona anziana si trova a vivere all’improvviso una delle situazioni indicate, non deve farsi sopraffare dalla disperazione, è possibile trovare un momento di conforto, accoglienza e ascolto presso il nostro servizio.
Sarà nostra cura
aiutarlo, fornendogli nell’immediato alcune indicazioni pratiche per ridurre
l’impatto dei sintomi sulla sua vita quotidiana, attraverso l’uso di
tecniche cognitive appropriate e valutando caso per caso quale possa essere il
percorso curativo più indicato.
Chi riesce a
chiedere aiuto troverà accoglienza, gentilezza, cortesia e rispetto, al fine di
incoraggiare e favorire il cambiamento.
A cura di Vittorina
Lazzarini,
1
Conwell Y., Lyness J.M., Duberstein P., Cox C., Seidlitz L., Di Giorgio A., et
al. Completed suicide among
older patients in primary care practices: a controlled study. J Am
Geriatr Soc 2000;48:23-9.
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